Curiosità
ISCHIA
Cittadina deliziosa e vivace, Ischia Porto è oggi il vero centro dell'isola. Parte delle case bianche e multicolori si estendono intorno al lago craterico, aperto al mare da Ferdinando II di Borbone e divenuto un porto sicuro. Adorna la cittadina una lussereggiante pineta che si estende sino alle spiagge.
La leggenda narra che sotto Ischia ci sia il gigante Tifeo, figura mitologica che reggerebbe sulle sue spalle l´isola: ecco, dunque, spiegata l´origine dei nomi di alcune frazioni, Panza, Ciglio, Bocca, che si troverebbero in prossimità delle corrispondenti parti del corpo di Tifeo. Secondo la leggenda, poi, anche il termalismo isolano avrebbe a che fare con la figura del gigante: le acque termali, infatti, sarebbero le lacrime di Tifeo dovute alla fatica di dover reggere un tale peso, mentre le fumarole deriverebbero dal respiro caldo del gigante.
Sull'isola è molto sviluppato il settore enogastronomico (da non perdere è il coniglio all'ischitana) e per chi ama il trekking, la presenza sull'isola del Monte Epomeo e degli altri rilievi offre a tutti gli appassionati della natura lunghe passeggiate o escursioni a cavallo in mezzo ad una incredibile varietà di paesaggi e panorami mozzafiato.
Il ricco patrimonio di antiche tradizioni contadine, marinare e religiose accompagnano la vita sull'isola: basti pensare che si contano circa 50 feste religiose, alcune delle quali di più ampio respiro, fino a raggiungere picchi di intensità in occasione di Sant'Anna, con defilé di barche agghindate il 26 luglio, e Sant'Alessandro sfilata in costume che rievoca le nozze di Ferrante d'Avalos e Vittoria Colonna, a fine agosto.
Assolutamente da sapere
Il giro dell´isola via mare, meglio se fatto su barche di piccole dimensioni che permettano la sosta nelle baie più nascoste e caratteristiche per un bagno indimenticabile. Posti come la baia di San Montano, la baia di Citara, la Scannella, la baia di Sorgeto, la Sgarrupata, gli Scogli di Sant´Anna, la spiaggia degli Inglesi dal mare assumono una bellezza straordinaria e le loro acque offrono un invito a tuffarsi al quale non si può dire di no!!!
Ischia è il "Regno di Nettuno", ovvero di un'Area Marina Protetta, il cui progetto risale al 2001 ed è attivo dal 2008. Tale area protetta comprende le isole di Ischia, Procida e Vivara. In tali luoghi si pratica la tutela della biodiversità marina e costiera (con particolare attenzione al recupero del Delphinus delphis, a rischio estinzione). Sono vietate la pesca professionale (consentita la pesca turistica), l'acquacoltura e la mitilicoltura. Sono protette tutte le specie di mammiferi marini.
Nelle acque di Ischia c'è un vero e proprio condominio di cetacei: il canyon sottomarino di Cuma è, da qualche tempo, oggetto di studio dell'associazione Delphis. A Lacco Ameno, nella villa Arbusto, i ricercatori dell' associazione presente su Ischia hanno fondato il museo del Delfino con una postazione per l' avvistamento dei cetacei in mare e partenze giornaliere di whalewatching, prenotabili su richiesta.
Terme:
- Le acque termali dell'Isola d'Ischia sono ben conosciute ed utilizzate fin dall'antichità (VIII secolo a.C.). Ma il il vero impulso ebbe inizio dal Seicento alla metà del Novecento. In questo lungo lasso di tempo vennero costruiti in prossimità delle più rinomate sorgenti termali numerosi stabilimenti e strutture ricettive che fecero dell'Isola d'Ischia una rinomata stazione internazionale di cura e soggiorno dove vennero a curare le malattie del corpo, e non solo, personaggi celebri come Giuseppe Garibaldi dopo la battaglia di Aspromonte, Camillo Benso conte di Cavour, Arturo Toscanini. Dagli anni sessanta, grazie ad Angelo Rizzoli, l'Isola d'Ischia e le sue acque si aprono ai grandi flussi turistici ed una intensa attività scientifica.
Le acque termali sotterranee dell'isola sono molto varie e caratterizzate, in genere, da: temperatura compresa tra 18 e 90°C; conducibilità elettrica compresa tra 841 e 56000 mS/cm; elevati tenori in alcali e silice (fino a circa 600mg/l), tipici questi ultimi di circuiti idrici sotterranei in rocce vulcaniche potassiche.
Gli oligoelementi di cui sono ricche le acque salsobromiodiche e sulfuree dell' Isola Verde, esplicano innumerevoli effetti benefici sul trofismo cutaneo sia direttamente che indirettamente (attraverso i prodotti dell'elaborazione delle acque termali da parte delle cosiddette bioglee - alghe e batteri) con un'azione cheratoplastica e cheratolitica, seboregolatrice, antiedemigena ed antisettica.
CAPRI
Nobiltà di regina e fascino di sirena. Capri è un'isola che ha saputo mantenere fino ad oggi il senso del mito. Un concentrato di bellezza circondato di azzurro.
Capri ti accoglie con l'allegria colorata del porto di Marina Grande, ti invita a quel salotto all'aria aperta che è la Piazzetta, ti incanta con la suggestione di luoghi come la Certosa di San Giacomo, ti stordisce a sorpresa con vedute da batticuore come il Belvedere di Tragara o l'Arco Naturale. Sfavillante sotto il sole, languida al chiaro di luna, Capri promette e mantiene da secoli quella dolcezza del vivere che ha attratto poeti, artisti e viaggiatori di cerca della bellezza più pura.
L'Isola di Capri è divisa in due comuni: Capri e Anacapri.
Anacapri si trova in posizione più elevata rispetto a Capri, alle pendici del monte Solaro e ha circa 7mila abitanti.
Anacapri è il luogo che fa per te se non ami la folla e vuoi goderti l'aspetto più verace dell'Isola, più che la vita notturna ti interessano passeggiate, escursioni e tranquillità
Inoltre ad Anacapri si trovano buona parte delle attrazioni turistiche dell'Isola di Capri: La Grotta Azzurra, Villa San Michele, la seggiovia per il Monte Solaro.
Ancapri è un distillato dei colori, dei profumi e della luce del Mediterraneo. La vita è ancora autentica e sopravvive al turismo: nascosti tra le case ci sono piccoli e ordinatissimi orti circondati da piante rare. Passeggiare per il centro di Anacapri significa scoprire un piccolo atellier di sartoria napoletana, ritrovare la manualità di un esperto calzolaio, osservare le donne che in strada lavorano all'uncinetto o a maglia conversando e cantando vecchie canzoni mentre i limoni profumano l'aria.
Quali sono le differenze tra Capri ed Anacapri?
Anacapri è un paese più tranquillo rispetto a Capri. Gli hotel, i BB e i ristoranti sono generalmente più economici. La vita notturna di Anacapri è molto meno vivace. Non ci sono spiagge, ma stabilimenti balneari fatti di scogli. Ci sono meno boutique di lusso, e più negozietti artigianali
Quanto dista Anacapri da Capri?
Capri ed Anacapri sono distanti 3 chilometri e sono collegate dall'autobus pubblico. L' autobus passa ogni 15 minuti e impiega circa 10 minuti.
Procida
Procida, isola del Tirreno, è situata all' imbocco del Golfo di Napoli, fra Ischia (a ovest) e Capo Miseno (a est).
Con i suoi 4 chilometri quadrati di superficie, è la più piccola tra le consorelle Ischia e Capri, ma conta quasi 11.000 abitanti(procidani).
Ad ovest di Procida e collegato a quest'ultima tramite un ponte, guardando verso Ischia, si erge l'isolotto disabitato di Vivara, completamente ricoperto di macchia mediterranea. Procida è di origine vulcanica, e si possono tuttora riconoscere nei suoi tipici golfi a mezzaluna, le tracce degli antichi crateri(le fonti parlano di 5 o 7 crateri); il suolo è costituito da tufi giallastri in profondità e da uno strato di tufo grigio in superficie.
Raggiunge un'altezza massima di 91 m ed è quindi piuttosto piatta; ma i vivacissimi abitati con le case policrome, la ricca vegetazione entro cui si fonde una tipica architettura mediterranea spontanea, il mare limpido e splendente, e le belle rocce costiere, generano scorci paesaggistici di raro fascino,e ne fanno un'apprezzata meta turistica.
Per ammirare la sua bellezza, per gustare quegli spettacoli trasfusi nell'arte, nella letteratura, nei tanti film quivi girati, bisogna girovagare per le sue stradine, per i suoi vicoli.La penna può solo in parte descrivere lo splendido spettacolo che si presenta a chi sbarca sull'isola, ma può ravvivare le vicende storiche, politiche,ecclesiastiche del passato.
Marina Grande
Unico porto commerciale dell'isola.
SORRENTO
Sorrento, quante definizioni sono state attribuite a questa località, una delle più affermate mete del turismo internazionale.
Sorrento è effettivamente la terra dei colori: tinte brillanti o sfumate a seconda del mutare delle stagioni.
Basta soffermarsi ad osservare quanto può essere suggestivo un tramonto perdendo lo sguardo in direzione di Punta del Capo, di Ischia o Procida, di cui si riesce a seguire nettamente il profilo, per rimanere stupefatti della varietà dei colori e della bellezza dei luoghi. Oppure guardare, possibilmente dal mare, il maestoso costone tufaceo che cambia colore ad ogni ora del giorno. Ed allora perchè non lasciare andare la mente indietro nel tempo così, con un pizzico di immaginazione, si potranno rivedere le agili navi greche solcare le onde ed Ulisse saldamente legato all'albero maestro per ascoltare indenne il pericoloso canto delle Sirene... o seguire la scia delle navi romane cariche di mercanzie e di marinai operosi, oppure curiosare nelle maestose ville che gli imperatori romani fecero costruire sui nostri litorali, tra i più belli del mondo... o ancora navi nere come la pece, armate di tutto punto, cariche di feroci turchi, come quelle che in cerca di ricchezze e bottini, saccheggiarono Sorrento nel 1558.
Quante leggende si raccontano su queste invasioni, leggende, quasi sempre legate alla grande devozione che i sorrentini nutrono per il loro patrono Santo Antonino ed alla loro radicata fede. Basta andare nella cripta della Basilica, dedicata appunto a Sant'Antonino, per rimanere profondamente colpiti dalla quantità degli ex voto offerti al patrono, e leggervi dietro storie, più o meno tristi, di una popolazione semplice e laboriosa influenzata, nel corso del tempo, da culture diverse. tante civiltà sono passate di qui: gli Etruschi, i Greci (che diedero alla città la pianta urbana ancora oggi chiaramente leggibile nel centro storico), gli Oschi, i Romani. Poi la sottomissione a Bisanzio, il saccheggio ad opera dei Longobardi, la conquista dei Normanni, il benefico influsso degli Aragonesi.
Dopo un lungo periodo di stasi, ai primi del '700 iniziò un periodo di rinascita culturale, economica e sociale per l'intera penisola sorrentina, che raggiunse l'apice nel corso dell'ottocento allorchè nacque e si consolidò la vocazione turistica di questa località che venne inserita nel cosiddetto "Grand Tour", un viaggio nei luoghi più significativi d'Italia che ogni nobile rampollo europeo dell'epoca doveva compiere a completamento della propria formazione culturale, storica e letteraria. Vennero, così, a soggiornare a Sorrento, in cerca di sole e di ispirazione, ospiti illustri quali Byron, Keats, Scott, Dickens, Goethe, Wagner, Ibsen e Nietzsche solo per citare i più noti.
Nelle stesso periodo si intensificarono tutte le attività lavorative più tradizionali, quali l'agricoltura, il commercio marittimo e finalmente e progressivamente quella industria turistica che attualmente rappresenta il settore portante dell'economia sorrentina.
Oggi Sorrento è una moderna cittadina con oltre un centinaio di accoglienti esercizi alberghieri, è sede del prestigioso e ricco Museo Correale di Terranova che custodisce importanti testimonianze della storia della città. Dal 18° secolo Sorrento divenne famosa anche per la sua grande tradizione artigiana del legno intarsiato, alcuni esempi di grande pregio si possono ammirare al Museo Bottega della Tarsia Lignea sito in un antico palazzo del XVIII sec. nel centro storico.
Sorrento è sede di rilevanti manifestazioni culturali, musicali, cinematografiche, nonchè punto di partenza ideale per tutte le località turistiche dei dintorni: Capri, Ischia, Napoli, Ercolano, Pompei, Positano, Amalfi.
RAVELLO
Sorta nel VI secolo, intorno all'anno Mille venne popolata da un gruppo di nobili della Repubblica marinara di Amalfi, ribellatisi all'autorità del doge. Ravello fu scelta perché sorge su una posizione ben difendibile, sull'alto di un contrafforte che separa il vallone del torrente Dragone da quello del Reginna, alle pendici meridionali dei monti Lattari, a strapiombo sul mare.
La città divenne rapidamente prospera, in particolare grazie ad una fiorente filatoria della lana anticamente detta "Celendra" (concessa dal re Carlo II d'Angiò al vescovo Giovanni Allegri il 23 aprile del 1292), alla provvida agricoltura ed agli intensi scambi commerciali intrattenuti sulle rotte del Mediterraneo, soprattutto con le genti arabe e bizantine. Già elevata a sede vescovile nel 1086, nel corso del secolo successivo si confermò autentica potenza: basti dire che contava già 30.000 abitanti. Nel 1137 Bernardo da Chiaravalle definiva la città "antichissima, munitissima ed inespugnabile, oltre che opulentissima, tanto bella che si può facilmente annoverare tra le prime e nobili città".
La storia di Ravello si svolse in stretta connessione con quella di Amalfi. Il declino economico e politico ebbe inizio in epoca normanna e divenne drammatico nel corso del Seicento. Perduta la floridezza economica, Ravello ebbe solo tutto il resto, vale a dire tutto ciò che al giorno d'oggi v'è di più apprezzabile: un sito naturalisticamente incomparabile e le meraviglie architettoniche ed artistiche realizzate nei secoli dello splendore.
Il Ravello Festival, nella sua attuale configurazione, deriva da una serie di iniziative precedenti che ne fanno uno dei più antichi festival italiani. Va riconosciuto a Girolamo Bottiglieri e a Paolo Caruso l’ideazione dell’evento culturale che più di ogni altro avrebbe contribuito a costruire l’identità di Ravello come “Città della musica”. L’associazione del nome di Wagner alla Villa Rufolo, resa splendida e accogliente dal filantropo scozzese Francis Neville Reid, era troppo allettante per non suggerire l’idea di realizzare concerti in un sito benedetto personalmente dal grande compositore. Per questo motivo, negli anni Trenta, l’orchestra del Teatro di San Carlo vi si esibì più di una volta, con programmi legati appunto a Wagner. A uno di questi concerti presenziarono anche i Principi di Piemonte, e Ravello ricambiò l’onore della loro visita dedicando alla Principessa il belvedere che attualmente separa l’albergo Sasso dall’albergo Palumbo. L’idea rimase nell’aria, così che Paolo Caruso la ripropose, venti anni dopo, aggiungendovi l’ardita soluzione logistica di un palco sospeso nel vuoto. L’iniziativa prese corpo grazie all’impegno dell’Ente Provinciale per il Turismo, allora diretto da Girolamo Bottiglieri e, nell’estate del 1953, in occasione del settantesimo anniversario della morte di Wagner, i “Concerti wagneriani nel giardino di Klingsor” (come diceva testualmente la copertina del programma di sala) presero avvio con due serate affidate all’Orchestra del Teatro di San Carlo diretta da Hermann Scherchen e William Steinberg. Per anni Wagner è rimasto nume tutelare del festival e tuttora un’attenzione particolare viene devotamente riservata alle sue musiche.
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alle ore 2:21 del 29 luglio
Viaggio a Ischia per due persone. È la prima volta che prenoto con evolution travel. Fulvio, che ha organizzato il tutto, è stato gentile e super disponibile. Nel complesso ottimo servizio.